La mia "Social Detox"
12/01/2018
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La mia “social detox”
Vi racconto le mie due settimane lontane dai social
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Io amo internet. Il mio è stato un colpo di fulmine, fin da quando per la prima volta cliccai quell’icona per connettermi con i primi modem. Il rumore della linea libera, un numero che viene digitato in automatico, dei suoni metallici dall’altro lato e poi quella parolina che compare: connesso. Mi ricordo che la prima volta che mi sono collegata ero emozionantissima ma una volta online, non sapevo dove andare o cosa fare. I siti erano pochissimi e non si sapeva nemmeno tanto bene a che cosa sarebbe servita quell’opportunità di poterti collegare in pochi secondo con il mondo intero al costo di una telefonata urbana. Il primo sito che andai a visitare fu quello della Rio Mare che per qualche slancio avanguardistico dell’agenzia di pubblicità che aveva curato il loro spot in tv aveva segnato anche il sito: www.riomare.it . Era l’unico sito che conoscevo e quindi fu anche il primo che visitai (nonostante in realtà, io non sia una grande amante del tonno in scatola). Da quel momento fu amore.
Pian pianino si iniziò a capire a che cosa sarebbe servito. Iniziai a frequentare le prime chat, alternativa ben più eloquente degli squillini sul cellulare. Provai le prime ebrezze di illegalità nello scaricare la musica da Napster (sì, io ho usato davvero Napster). All’epoca ero anche un’aspirante groupie per cui mi capitava di bazzicare spesso MySpace e pian pianino internet diventava per me non solo un luogo dove cercare le traduzioni delle versioni di latino ma anche, e soprattutto, un posto dove poter ampliare le mie conoscenze.
Possiamo dire che io ho amato i social prima ancora che esistessero (o per lo meno come li conosciamo oggi). Da quando poi ho aperto il blog sono stati inizialmente una possibilità. Io, ragazza un po’ timida ed introversa di una piccola città che decide di lanciarsi in questa nuova avventura ed urlare al mondo le sue ricette e ciò che ama con l‘ingenuità e la freschezza di qualsiasi nuova avventura si decida di intraprendere. Da lì a poco sono diventati una fonte d’ispirazione enorme: mi guardavo attorno e vedevo solo bellezza e professionalità e i profili che avevo iniziato a seguire erano i miei esempi da seguire, i miei mentori inconsapevoli.
Sono arrivate le prime soddisfazioni col blog e pian pianino ho cercato di essere meno “semplice spettatrice” sperimentando e divertendomi di piu’, perchè per me i social sono anche questo: un luogo dove poter sperimentare la mia creatività e dove divertirmi insieme a voi, facendomi conoscere per come voglio che mi conosciate, ovvero attraverso ciò che amo fare di più e che mi impegno maggiormente a costruire. Da lì sono nati i primi veri rapporti con voi. La conoscenza reciproca di quella frequentazione quotidiana di cui son fatte le amicizie.
Poi qualcosa ha iniziato ad incrinarsi improvvisamente, tutto si è fatto più pesante ed è successo ciò che non volevo che accadesse: i numeri sono diventati più importanti della parte creativa. I profili che seguivo adesso non erano più i miei mentori, i modelli da cui imparare, ma motivo di malessere. In un attimo mi sono ritrovata ad odiare i contenuti che creavo solo perchè non ricevevano abbastanza like o visualizzazioni su Facebook. Entravo in Instagram e mentre scorrevo il feed delle immagini mi sembrava di veder davanti a me la materializzazione del mio fallimento: le mie foto che non erano mai abbastanza all’altezza di quello che avrei voluto, i follower che non crescevano, i risultati che non arrivavano nonostante l’impegno e le energie e l’invidia, tantissima, disgustosa, viscerale, profonda invidia. Passavo le ore a guardare le immagini e le stories degli altri provando quell’invidia che ti erode da dentro.
A quel punto ho detto basta. No. tutto ciò non andava bene. Mi stavo trasformano in qualcosa che non sono e mi stavo completamente perdendo. Stavo investendo un sacco di tempo ed energie concentrandomi troppo su ciò che non avevo e su cui non potevo avere il controllo, piuttosto che concentrarmi su tutto ciò che invece avevo già e sugli obiettivi per cui avevo lavorato fino a quel punto.
Urgeva prendersi una pausa di riflessione e così ho fatto: ho cancellato tutte le applicazioni social dal mio cellulare, sono uscita da tutti i miei profili sul computer e per due settimane ho vissuto come se fossi nel 2006, prima cioè che aprissi il mio profilo Facebook. Adesso vi racconto cos’è successo.
La solitudine
Quando vi ho detto che mi sarei presa una piccola pausa dal mondo social, mi avete travolta da una valanga di affetto, supporto ed energia. Improvvisamente ho tentennato, volevo quasi tornare sui miei passi perchè avevate avuto la capacità di alleviare la zavorra e il senso di malessere che mi portavo dietro. Mi sono sentita anche un po’ stupida nell’aver preso quella decisione, ma ormai era fatta e volevo portare a termine la mia “missione”.
Dal momento in cui ho postato la mia ultima foto dell’anno, fino alla mezzanotte dello stesso giorno, non ho fatto altro che leggere tutti i vostri messaggi e rispondere ad ognuno di voi. Sono stata letteralmente sommersa. Ero a casa da sola, nel silenzio, ma nella mia testa c’erano tantissime voci, mi sembrava di essere in un luogo affollatissimo perchè riuscivo a percepire la voce di ognuna di voi che mi faceva gli auguri, mi salutava, mi appoggiava dicendomi che quasi quasi ne approfittava anche lei per prendersi una piccola pausa, insomma, siete state speciali, come solo voi sapete essere. Poi è arrivata la mezzanotte, vi ho salutato con un ciao sulle stories e ho cliccato “log out”. Ho cancellato minuziosamente ogni singola applicazione che avevo sul mio telefono che mi potesse inviare una notifica di qualunque genere e ho spento il telefono.
Improvvisamente, il silenzio. Mi sono ritrovata sola, in un modo che non sperimentavo da tempo. Ero solo io, lì e ora. Tutta la realtà di quell’attimo era presente solo nel luogo in cui mi trovavo e attorno a me non c’era più nessuno. Ho pianto.
Il tempo
Superato il primo momento di panico, le giornate hanno iniziato a trascorrere lente come non lo erano da tempo. Ho ricominciato a riappropriarmi del mio tempo rendendomi conto di quanto ne perdessi a vagabondare persa, senza uno scopo, passivamente, in balia di un algoritmo ben congegnato, a volte semplicemente per riempire un vuoto, piuttosto che cercare di investire quello stesso tempo in qualcosa di cui avessi il pieno controllo.
Durante queste due settimane ho letto, ho cucinato, guardato molti film ritrovando una passione che avevo messo da parte, passato molto tempo con la mia famiglia, riso tanto. Quando ero in coda alla cassa del supermecato o ad un semaforo rosso, mi guardavo attorno, osservando ciò che mi circondava. Mi sono addirittura voluta concedere il lusso della noia e quello di guardare i tramonti solo per regalarmi un momento con me stessa, senza volerlo condividere.
Ho imparato a rivalutare il tempo per la sua lentezza e non per la sua frenesia e mi sono scollegata da tutto ciò che è lontano, riappacificandomi con quello che invece ho vicino. Ogni minuto che passava mi sentivo sempre più rigenerata.
Ho imparato anche a rivalutare la durata della batteria del mio cellulare: due giorni di carica garantita no stop. A quel punto ho quasi urlato al miracolo.
L'energia
E dopo la prima settimana di detox eccola tornare: l’energia è arrivata. Pian pianino ho iniziato ad aver nostalgia dei social, avevo voglia di vedere che cosa stavate facendo, avevo di nuova voglia di condividere ciò che IO stavo facendo, ma non per dovere, per puro piacere. Ad un tratto ho ricominciato a fare fotografie, ero assetata di ispirazioni, ho sfogliato libri di fotografia e di cucina, ho rigirato il salotto, ho comprato dei libri che mi ispirassero e ho delineato i miei obiettivi per questo 2018. Non vi dirò quali sono, vi accenno solo che forse ho sparato un po’ in alto, ma avevo un sacco di tempo ed energie da investire, quindi… perchè no?
Più si avvicinava il 7 gennaio e più cresceva il mio desiderio di tornare, rigenerata e nuovamente pronta, conscia di essere riuscita a ritrovare il controllo e così è stato. Ho reinstallato tutte le applicazioni, questa volta però disattivando le notifiche: voglio essere io a decidere quando dare attenzione ai social in modo da avere la certezza di essere davvero presente in quel momento, essendoci al 100% in quello che faccio, sui social o fuori.
Ho anche deciso di fare pulizie tra le persone che seguivo eliminando quelle che mi “intossicavano”, non per una loro colpa, ma perchè in un modo o nell’altro mi facevano sentire ferma e io non voglio sentirmi così. Ho deciso di tenere invece quelli che mi sono di stimolo per migliorare, che io considero in un certo senso i miei mentori e una fonte d’ispirazione continua. Non ho ancora finito con le “pulizie” ma pian pianino finirò di fare anche quello.
Queste due settimane sono state fondamentali per riuscire a ritrovarmi dopo che mi ero sentita un po’ persa. Ho capito che fermarsi ogni tanto non vuol dire essere deboli ma che serve per poter ritrovare il focus. Ho capito che ciò che viene chiamato “virtuale” in realtà non lo è, è profondamente reale perchè condiziona nel bene e nel mane le nostre giornate, la nostra quotidianità, i nostri stati d’animo.
Mi sono ripromessa di cercare di non vivere le mie giornate distratta, voglio essere presente e concentrata in ogni cosa che faccio per riuscire a dare il massimo e non rischiare di sprecare del tempo che può essere investito per fare altro che sia leggere un libro, guardare un tramonto o anche solo concedersi 10 minuti di vuoto, di noia.
Mai come quest’anno sento che sia iniziato avvolto da un’energia positiva speciale.
Io amo internet. Io amo i social. Io amo ciò che faccio.
La pausa di riflessione è servita e adesso sono pronta a divertirmi nuovamente insieme a voi e a condividere un nuovo anno insieme.