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Giappone:
5 motivi per amarlo

11/01/2017
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5 motivi per amare il Giappone

vi racconto per quale motivo mi sono innamorata di questa terra incredibile
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Ed eccomi qui, ritornata da pochi giorni a casa e di nuovo seduta alla mia scrivania, davanti al computer, che cerco di raccogliere tutte le sensazioni e i ricordi di questo ultimo viaggio. Una tazza di tè bollente a scaldarmi dal freddo inverno che sembra essere finalmente arrivato, Monsieur appollaiato sulle mie gambe che dorme, una playlist casuale su Spotify (l’importante è che sia acustica, perchè non c’è cosa che concili di più la scrittura di qualche canzone in versione acustica) e una lunga successione di immagini, suoni, profumi, ricordi che mi scorrono nella mente.
Su una fotografia appesa in un albergo a Kanazawa c’era scritta questa frase di Proust:

The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes,
but in having new eyes

E mai come in questo caso mi è sembrata reale, ogni viaggio, ogni esperienza in un qualsiasi luogo è necessariamente filtrata dalla persona che la vive, dal particolare momento in cui si trova ad affrontare quel viaggio, dagli incontri e dalle esperienze che farà in quel luogo. Questo è quindi il “mio” Giappone e come l’ho percepito io.

Ho quindi pensato di non scrivere un post “pratico” sulle mie ultime due settimane, per quello ci sono le guide che fanno questo lavoro molto meglio di me, anche se comunque alla fine vi darò qualche “tips” pratica (se poi volete avere altre info, lasciatemi un commento qui sotto o scrivetemi pure in privato), ho piuttosto pensato di cercare di raccontarvi quello che mi sono portata a casa da questa terra e quali sono, secondo me, i 5 motivi per cui non ci si può che innamorare del Giappone.

Cibo

Ok, partiamo dalla parte semplice e da quello che tutti si aspettano dal Giappone, ovvero: mangiare bene.

Ecco, vi assicuro che non rimarrete delusi e state tranquilli che ovunque voi vi troviate, avrete sempre, e dico SEMPRE, l’imbarazzo della scelta tra ristoranti, locande, “fast food” locali o ambulanti che preparano di tutto e di più.
Io ho praticamente assaggiato tutto ciò che ho incontrato sulla mia strada. Vedevo qualcosa di nuovo e lo dovevo assaggiare, e così ho provato i tacoyaki preparati da un baracchino nel parco Ueno-Koen di Tokyo (piccole palline di pastella con all’interno pezzettini di polpo) o i taiyaki di un signore in un furgoncino nei pressi del santuario scintoista Taiyuin-byo a Nikko (piccoli dolcetti a forma di carpa ripieni di marmellata di fagioli rossi) o il kaiser marchi-don al mercato di Kanazawa (una piramide di pesce crudo freschissimo sopra a del riso, da mangiare con della salsa di soia al sesamo e a cui aggiungere poi del brodo di nome Oi-Dashi e finire così il piatto) e con loro tutta una lunga serie di altre cose che francamente non so nemmeno come si chiamino ma che ho adorato dalla prima all’ultima.

Kaiser Marchi-Don
Tacoyaki
Taiyaki
Non so cosa fosse ma era fritto, ripieno di sesamo nero e buonissimo
Yakitori di vario tipo
Spiedini di calamaro
Pesci alla griglia davanti al tempio
Capesante alla griglia con ricci di mare freschi gratinati
Onigiri

Senza considerare i classici che conosciamo perfettamente anche noi: ramen, soba udon (da provare non solo caldi nel brodo, ma anche freddi, deliziosi) sapientemente preparati davanti agli occhi del cliente con precisione quasi scientifica, gyoza, tempura (la radice di loto in tempura è una delle cose più buone mai mangiata fritta, e fritto è buono praticamente tutto…)  e sushi di vario tipo.

Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti e soprattutto, non abbiate paura di non riuscire a capire ciò che c’è scritto sul menù, perchè oltre a delle fantastiche foto dei piatti, troverete delle accurate riproduzioni degli stessi all’esterno del ristorante.

Gyoza
Ramen con uova con doppio tuorlo
Carne di Kobe con chips di aglio
Soba e Tempura
Grigliando la carne di Kobe
Preparando gli Udon
Sushi chef
Chirashi-Sushi
Sushi di Toro (tonno grasso)
Sushi

Se poi dovete affrontare un lungo viaggio in treno, comprate una bento in stazione: schiscette già perfettamente preparate con cura, con varie pietanze salate, spesso anche un dolcetto, bacchette, salvietta per pulirsi le mani e l’immancabile stuzzicadenti, davvero perfette per i viaggi in shinkanzen (i treni veloci).

Piccolo appunto, se siete strettamente vegetariani o vegani, allora vi consiglio di documentarvi prima su dove andare a mangiare perché nella maggior parte dei piatti si trova carne o pesce (se non fisicamente, nel brodo usato per la preparazione).

La Bento di Silvio
Il mochi nella mia Bento
La mia Bento

Le contraddizioni

Secondo me vi ho già conquistato con il primo punto, ma per quei pochi che ancora non hanno iniziato a cercare i voli per Tokyo su eDreams vado avanti nel mio racconto. Una cosa che ho amato sono quelle che io chiamo “contraddizioni” ma che in realtà lo sono solo perchè viste con i miei occhi da occidentale.

Camminando per le strade di Tokyo è facile passare dalle luci accecanti delle insegne dei palazzi, il traffico, la musica a tutto volume dei Pachinco (sale gioco decisamente rumorose) al silenzio più totale e alla pace di una via residenziale (magari esattamente dietro l’angolo di un punto nevralgico della città). E’ facile trovarsi in luoghi affollatissimi, ma silenziosi, incontrare uomini d’affare in giacca e cravatta che giocano sul cellulare ad un giochino pieno zeppo di cuoricini, arcobaleni, unicorni e altri animaletti adorabili. Templi dove sembra che il tempo si sia fermato nascosti tra grattacieli ultramoderni.

E’ un luogo dove per pudore non ci si bacia in pubblico, ma si trovano Manga decisamente spinti o giornali come dire, un po’ osé, accanto ad una rivista di cucito. Dove il giorno di Natale ti trovi per caso all’ingresso di un auditorium con centinaia di ragazzine vestite da babbo Natale in attesa di entrare ad ascoltare un concerto di una giovane boy band giapponese mentre come sottofondo la filodiffusione trasmette musica Heavy Metal.

Insomma, è il luogo dove il concetto di libertà si reinventa, dove ci sono molti doveri e imposizioni comportamentali, ma dove ci si può permettere un briciolo di pazzia e stravaganza.

Tokyo - Arakawa
Kyoto - Ryoan-ji
Kanazawa
Tokyo - Shibuya
Tokyo - Akihabara
Nikko - Taiyuin-byo
Tokyo - Akihabara
Tokyo - Hie-Jinja Shrine
Tokyo - Akihabara
Kyoto - Fushimi-Inari Taisha
Osaka - Dotonbori
Osaka - Umeda Sky Building
Kyoto - sulle rive del Katsura-gawa

I paesaggi

I paesaggi sono ciò che caratterizza un luogo, sempre e comunque. Che siano selvaggi ed incontaminati, oppure costruiti e modificati dall’uomo, ogni luogo ha una sua peculiarità. E’ la prima cosa che guardo quando atterro in un nuovo posto con l’aereo, man mano che ci si avvicina alla terra e che quindi i dettagli piu’ piccoli diventano sempre piu’ chiari e deliniati, io inizio a guardare gli alberi, le case, i campi, le auto, per iniziare a farmi un’idea di ciò che mi attende e di quello che vedrò.

Quello che mi ha colpito del Giappone è la perfezione dei luoghi. Purtroppo non abbiamo visto molto la “natura incontaminata”, credo che quella sia più presente e dominante nella parte nord del paese, noi abbiamo visitato per lo più le grandi città e ciò che c’era attorno, ma la caratteristica comune è la grande cura, l’ordine e la definizione che viene messa in ogni dettaglio.

Spostandoci da una città all’altra in treno, si passava spesso in zone contraddistinte da lunghe distese di risaie a riposo, tutte perfettamente ordinate, con piccole rampe di accesso create con la terra che sembravano di cemento da tanto che erano precise. Giardini e parchi meravigliosi, con specchi d’acqua sapientemente creati e meticolosomente curati in ogni dettaglio.

Nulla è lasciato al caso e quest’armonia e rigore è in grado di infonderti una profonda sensazione di tranquillità, è estremamente rassicurante passare dalla confusione della città alla pace di un luogo che, seppur naturale, è profondamente ordinato e curato.

Kyoto - Kinkaku-ji
Kyoto - Arashiyama
Kyoto - Arashiyama
Kyoto - Arashiyama
Osaka
Monte Fuji
Nikko - Toshogu Mihonsha
Nikko - Shin-kyo
Nikko - Toshogu Mihonsha
Kyoto - Ryoan-ji
Kyoto - Ryoan-ji
Nara - Nara-koen
Kyoto - Arashiyama Monkey Park
Tokyo - Palazzo Imperiale
Kyoto - Katsura-gawa
Kyoto - Nijo-jo

Il rispetto

Questo è l’aspetto in assoluto che mi ha colpita maggiormente e che mi ha fatto riflettere: il profondo rispetto verso gli altri. Camminerete attraverso città affollate, senza cestini ma pulite, senza nemmeno una carta per terra. Salirete su treni dove tutti stanno mangiando abbondantemente qulunque genere di cibo possibile immaginabile ma quando si svuoteranno, non troverete nemmeno un chicco di riso lasciato per sbaglio, perchè tutta la spazzatura che viene prodotta, viene messa in un sacchettino e buttata a casa o in uno dei rari cestini che si trovano ogni tanto in giro.

Quando entrerete nei negozi, nei ristoranti o in qualunque luogo, trovete SEMPRE una persona sorridente ed educata che vi darà il benvenuto. Assisterete a code chilometriche per salire sui treni, in metropolitana, sull’autobus, per ordinare un caffè o anche entrare in un tempio durante un giorno di festa, ma nessuno si lamenterà per questo e ognuno rispetterà il suo posto e il suo turno.

Vedrete persone che per occupare un posto in un bar, lasceranno sul tavolo il portafoglio, o il cellulare o anche tutta la loro borsa incustodita, mentre si mettono in fila per ordinare, e state sicuri che nessuno toccherà quegli oggetti.

Questa è la cosa che ho amato maggiormente dei giapponesi, la loro educazione, il rispetto verso gli altri e verso i luoghi in cui si trovano ed è tra le cose piu’ grandi che ci possano insegnare.

Tokyo - Tenno-ji
Kyoto - Fushimi-Inari Taisha
Kyoto - Fushimi-Inari Taisha
Kanazawa - Omi-cho market

La facilità degli spostamenti

Se si vedono 8 città diverse in 14 giorni, capite bene che gli spostamenti diventono decisamente un punto cruciale. Ecco, una delle cose di cui non dovete preoccuparvi se dovete visitare il Giappone.

Noi, visti gli spostamenti piuttosto frequenti, avevamo acquistato il Japan Rail Pass che consiste in un pass, che può avere durata variabile (7, 14 o 21 giorni) e che vi permette di muovervi liberamente su tutti i mezzi (autobus, treni e traghetti) delle linee JR. Sono esclusi linee ferroviare o autobus privati e le metropolitane delle città. Una delle invenzioni piu’ comode mai pensate.

Se poi abbiniamo a questo (che vi elimina completamente lo stress di dover comprare ogni volta il biglietto per uno spostamento, ad eccezione per alcuni tratti in treno dove la prenotazione del posto è obbligatoria), il fatto che i trasporti funzionano con precisione chirurgica, il vostro viaggio sarà una piacevole e rilassante esperienza  senza eccessive perdite di tempo.

Per farvi un esempio, lo spostamento piu’ “complicato” che abbiamo fatto è stato quello da Nikko a Kanazawa: 3 treni diversi di cui uno locale, con rispettivi cambi, le Alpi Giapponesi tra noi e la meta, un totale di 540 Km da percorrere, tempo totale impiegato: 4 ore e mezzo (cambi inclusi). Il tutto calcolato dal sito HyperDia: metti la partenza, la destinazione e lui ti dice esattamente che treni prendere, gli orari, addirittura spesso anche il binario da cui partiranno.

Per un turista in viaggio in un paese dove la lingua può essere un grosso problema, è davvero una favola e ti permette di poterti muovere in perfetta libertà.

Shinkansen
Stazione di Osaka

A questo punto, sicura di avervi convinta a visitare questa terra incredibile, vi do i miei 10 consigli pratici per organizzare il vostro viaggio.

-1-

Il Giappone è ricco di cose da vedere, ed offre cose diverse a seconda della stagione in cui andate, per essere sicuri di pianificare bene il vostro viaggio in base ai vostri gusti, comprate una bella guida che possa consigliarvi il percorso che più si adatta a voi. Io vi consiglio la buona e vecchia Lonely Planet. E’ sempre una garanzia.

-2-

Se avete in programma di muovervi tanto, vi consiglio di acquistare il Japan Rail Pass. Può essere acquistato a tutti coloro in possesso di un passaporto italiano e che entrino nel paese con un visto turistico. Ricordatevi che dovete acquistarlo prima della partenza e che vi verrà recapitato a casa un voucher tramite corriere. Dovete poi convertirlo nel pass vero e proprio una volta arrivati in Giappone. La validità ha inizio dal momento in cui lo convertite. Per quanto riguarda invece la consultazione e gli orari dei treni, usate il sito HyperDia.

-3-

Un piccolo router da portarsi dietro per avere l’accesso a internet può essere comodo. Io avevo preso quello della Ninja Wi-Fi ma ce ne sono anche altri. Internet è abbastanza facile da trovare in albergo e nei bar, ma può essere comodo averlo sempre a portata di mano per controllare gli orari dei treni o cercare degli indirizzi in particolare (la maggior parte delle strade non ha un nome ma è definita con dei numeri, per cui potrebbe essere un po’ complicato trovare l’albergo senza una cartina a portata di mano). Dal momento che non tutti parlano inglese, può essere comodo usare Google Traslator; a me è capitato di scrivere la frase in italiano, farla tradurre in giapponese e farla poi leggere alla persona a cui dovevo chiedere un informazione.

-4-

Una volta che avete pianificato il vostro viaggio, è il turno degli alloggi. Io ho prenotato tutto tramite Booking, ma vi consiglio di controllare gli alberghi usando anche TripAdvisor (funziona da motore di ricerca dandovi più tariffe da più siti internet) o anche direttamente su Rakuten Travel che è proprio specifico per il Giappone.
In alternativa, anche in Giappone potete trovare dei comodi Airbnb.

-5-

Meglio fare un’assicurazione sanitaria di viaggio, perchè non vi accadrà nulla ma, se per caso avrete bisogno di assistenza medica, il Giappone risulta essere piuttosto caro da quel punto di vista. Io solitamente quando parto faccio sempre un assicurazione con la Columbus, perchè non si sa mai.

-6-

La maggior parte dei ristoranti e molti negozi non accettano carte di credito e si può prelevare solo da alcuni ATM che hanno l’abilitazione sui circuiti internazionali, per cui munitevi di contanti. Il Giappone non è così caro come lo si dipinge. Secondo me è un po’ come l’Italia e si riesce a girare anche con poco. Diciamo che ha alternative un po’ per tutti i budget, considerate però che la maggior parte dei siti da vedere è a pagamento e più o meno gli ingressi costano quasi tutti attorno ai 500 Yen (circa 4 euro con il cambio attuale)

-7-

Portatevi delle scarpe comode da mettere e togliere perchè spesso bisogna togliersele, sia per entrare in molti templi o monumenti (soprattutto dove è presente il tatami, il loro pavimento tradizionale composto da stuoie) sia in alcuni ristoranti dove si mangia seduti per terra.

-8-

Il Giappone è pieno di fonti termali e di conseguenza si trovano tantissime Onsen (stazioni termali che possono avere vasche sia esterne che interne, pubbliche o private). Solitamente si fa il bagno nudi e può capitare che i tatuaggi non siano ben visti (storicamente le persone tatuate erano affiliati della Yakuza, la mafia giapponese, e di conseguenza, criminali). Per questo motivo, se avete dei tatuaggi molto grandi, è meglio chiedere se questo può creare dei problemi prima di entrare, se invece sono piccoli e facilmente copribili con un cerotto, magari è meglio nasconderli.

-9-

Instagram può aiutarvi a decidere dove e cosa andare a vedere e magari farvi scoprire delle piccole chicche che sulle guide non trovate. Io lo uso spesso quando mi trovo in una città che non conosco. Controllo qualche hashtag relativo alla città, oppure guardo le immagini relative a quel luogo e mi soffermo su quelle che mi piacciono di più… si possono scoprire un sacco di cose.

-10-

Oltre ai mezzi di trasporto pubblici della rete JR, un modo per girare le città è la bicicletta. Le strade sono poco trafficate e le auto sono quasi tutte ibride, per cui la qualità dell’aria è piuttosto buona e le città sono ben strutturate per essere girate in bicicletta (corsie dedicate, parcheggi, ecc). Noi le abbiamo noleggiate a Kyoto e le abbiamo usate per muoverci più facilmente per le vie del centro, è un modo un po’ diverso per scoprire una città e ti aiuta a “mimetizzarti” un po’ tra gli abitanti della stessa.

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