Sarà perché la memoria è ancora fresca e le emozioni continuano ad essere in circolo, sarà che mi dispiace che sia già finito tutto (non nel senso che sono già all’ufficio separazioni… s’intenda) sarà che mi è proprio piaciuto sposarmi, sarà perché ti amo (per citare qualcuno di famoso) ma stamattina mi sono svegliata (tardi, molto tardi) e ho pensato di raccontarvi queste mie ultime tre settimane, ricche di emozioni, gioie, qualche corsa (ma neanche tante) ma soprattutto, tanto, tanto amore.
“Ok, sposiamoci”… diciamo che non è andata proprio così, ma nemmeno tanto diversamente. La consapevolezza di voler passare il resto della nostra vita insieme era da un po’ che l’avevamo (abbiamo anche un cane, e non aggiungo altro) a gennaio di quest’anno era arrivata la famigerata proposta con tanto di anello, ma chiamandoci di secondo cognome “procrastinatori” avevamo sempre rimandato dicendo che l’avremmo fatto durante l’estate. I mesi sono passati (o meglio volati!) e tra i vari impegni non avevamo mai riaperto il fascicolo “matrimonio” fintanto che, verso fine giugno, ci siamo guardati e abbiamo capito che l’estate era ormai arrivata e quindi bisognava passare all’azione, e così abbiamo fatto.
I testimoni li avevamo già individuati, il celebrante anche, avendo optato fin da subito per il rito civile (non ci possiamo certo definire dei fervidi cattolici praticanti), abbiamo pensato che sarebbe stato più bello se un nostro amico, qualcuno che ci conoscesse bene e che in un certo senso fosse stato testimone della nascita del nostro amore, avesse celebrato il nostro matrimonio, invece del sindaco o del classico consigliere che passava in quel momento per il comune. Dal momento che la legge italiana permette a chiunque sia cittadino italiano con i requisiti per farlo di celebrare previa richiesta al comune, anche il celebrante ce l’avevamo.
A questo punto avevamo bisogno di un luogo e una data. Io sono cresciuta guardando film d’amore americani dove i matrimoni venivano celebrati all’aperto, tra fiori, alberi e con il vento che faceva svolazzare i fiocchi dei bouquet delle damigelle. Ho pensato che sarebbe piaciuto anche a me sposarmi all’aperto, quindi la missione successiva è stata: trovare un luogo, all’aperto, dove si potesse celebrare un matrimonio. Da questo momento in poi il destino, la fortuna, il fato… insomma, chiamatelo come volete, ma, quella cosa lì, ha avuto un ruolo fondamentale perché è stato come se fosse destino che ci dovessimo sposare in quel luogo e quel giorno (soprattutto la data avrà un ruolo determinante per trovare tutto libero con pochissimo preavviso, e più avanti capirete anche il perché…)
Mentre pensiamo ad un luogo, ci ricordiamo che la famiglia di un nostro amico gestisce una villa, molto bella, con un parco meraviglioso, vicino a casa nostra ( Villa Bossi ), e soprattutto dove, guarda caso, è possibile celebrare matrimoni anche all’esterno. Il gioco è fatto, contattiamo subito il nostro amico e gli chiediamo una data libera per poter celebrare il nostro matrimonio. Essendo un luogo molto bello, ed essendo questo il classico periodo da matrimonio, l’agenda è piuttosto piena, e le date sono prenotate da mesi… c’è però una data libera, che guarda caso nessuno vuole: Venerdì 17 luglio. Ci siamo guardati, ci siamo fatti una bella risata e la data era scelta, (di certo nessuno può darci degli scaramantici). Questo accadeva attorno al 26 giugno: ok, sangue freddo, abbiamo 3 settimane per organizzare il tutto ma abbiamo una data e un luogo, il più è fatto.
A questo punto la macchina organizzativa parte, le idee su come volevamo la cerimonia sono piuttosto chiare: cerimonia super intima con solo parenti stretti (genitori, fratelli e sorelle) e testimoni, a seguire cena con solo amici a casa nostra (la casa non è grandissima, ma abbiamo la fortuna di avere un giardino e soprattutto una terrazza piuttosto grande dove avremmo potuto organizzare la cena). La scelta può sembrare un po’ strana, ma io sono una persona un po’ timida, e l’idea di fare le cose in grande e avere su di me troppi occhi e attenzioni mi terrorizzava (io ero la classica bambina che alla sua festa di compleanno, al momento della torta e dello spegnere le candeline, scoppiava in lacrime e si nascondeva perché si vergognava). In più volevo avere la certezza di dedicare le giuste attenzioni alle persone care che avevo attorno a me e che tutti gli invitati si sarebbero sentiti a proprio agio, essendo loro stessi. Il dividere i momenti ci sembrava la cosa più giusta e così abbiamo fatto.
Si parte, ci siamo divisi i compiti: il mio futuro marito si sarebbe occupato della parte burocratica (pubblicazioni, ecc) io avrei pensato all’aspetto “estetico”. Mettiamo giù la lista degli invitati: saranno 20 per la cerimonia e 45 per la cena. Contattiamo il catering: ci siamo affidati ad un ristorante che amiamo ( La Bottega Lombarda ), dove andiamo a mangiare quando dobbiamo festeggiare qualcosa di importante, la cucina ottima, l’ambiente curato ma non troppo formale, insomma, ci rispecchia parecchio. Ci incontriamo e ci capiamo subito: per quella data sono liberi, io ho le idee molto chiare su come allestire la tavola e la casa. Parola d’ordine semplicità: bianco, materiali poveri come la juta, vasetti per le conserve come porta candele, piante aromatiche per ornare, luci soffuse e una grande e lunga tavolata dove poter condividere tutti insieme questa giornata.
Adesso dobbiamo dare l’annuncio che ci sposiamo. Per ora in pochi sapevano che saremmo convolati a nozze, qualche frase buttata lì ogni tanto durante un aperitivo tra amici, ma poco più. Adesso dobbiamo proprio annunciarlo. E’ stata la parte più divertente vedere le espressioni e le reazioni della gente. Non tanto per la notizia, anche se per alcuni, già solo la notizia è stata un po’ “shoccante” (ma in senso buono), ma più che altro per la data così ravvicinata (qualcuno – tipo la madre dello sposo – è stato avvisato addirittura solo una settimana prima): da lì a poco ci saremo sposati.
A questo punto abbiamo tutto: data, luogo, invitati, catering, ornamenti vari (un nostro amico che ha un vivaio, Obiettivo Verde , ci darà le piante aromatiche che useremo durante la serata per ornare la casa). Adesso mi manca un vestito. Cavolo, il vestito!! A questo punto mancano due settimane, faccio un giro per i negozi del centro ma non trovo nulla che mi piaccia e che mi faccia sentire a mio agio e me stessa, per fortuna che è stato inventato lo shopping online e il reso gratuito (Gloria Gloria al reso gratuito!!). Faccio un primo round di acquisti su Asos dove compro 3 vestiti, decisamente da matrimonio. Faccio la consegna Express. Il giorno dopo il corriere mi consegna una scatola piena di tulle e pizzo bianco 100% poliestere. La sera sono a casa della mia testimone a fare le prove. Risultato: una tragedia! Non sono io, non mi stanno bene, il bianco non fa per me e soprattutto, il tulle e il pizzo 100% poliestere non sono la scelta migliore per un matrimonio a metà luglio, durante l’estate più calda degli ultimi 113 anni!
Rinchiudo i vestiti nuovamente nella scatola e li rispedisco al mittente. Ok, secondo round, questa volta mi affido a Max&Co. Me ne piacciono due, li ordino, arrivano, li provo, uno è perfetto, è lui e io con quel vestito sono sempre io. Scelgo anche le scarpe, sempre online, arrivano, provo tutto l’insieme. Ci siamo, ora mi posso sposare. Prendo appuntamento dal parrucchiere, ordino il bouquet, faccio fare la fede (sì, è LA fede e non LE fedi perché la mia dolce metà non l’ha voluta, ha deciso che preferisce tatuarsela perché gli anelli gli danno fastidio…io stavo pensando anche di chiedere in prestito al veterinario la pistola per impiantare i microchip sottocute…non si sa mai 🙂 ).
Il giorno è arrivato, tutto va come deve andare, come se fosse tutto naturale, come se non potesse andare diversamente. Lo so, non è stato un matrimonio convenzionale, non abbiamo seguito molto l’etichetta, non ci sono state partecipazioni, grandi arrivi in auto, bomboniere, lista nozze, viaggio di nozze…siamo arrivati io e il mio Lui, mano nella mano, a piedi, semplicemente con il nostro amore e il desiderio di condividere questa giornata con le persone a cui vogliamo bene divertendoci ed essendo noi stessi, così come siamo, nel bene e nel male.
E’ stata una giornata davvero piena di tante cose: risate, emozioni, lacrime di commozione, musica, chiacchiere, felicità, amore, divertimento, qualche gaffe e bicchiere rotto, un tandem rosso amore come regalo di nozze, fiori e profumi, luci soffuse e una frase, letta con la voce tremante dall’emozione durante la cerimonia da una persona speciale che racchiude perfettamente quello che siamo:
“…ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso, ma agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.”
Questo è stato il nostro matrimonio.